Oggi sistemo il garage per fare posto ad una lavatrice e vedo il mio mostro fermo li ormai da quasi un mese. Ripenso al trasloco, al poco tempo libero avuto in quest'ultimo periodo, alla ruota alla tela. Lo sposto per fare spazio, lo rimetto sul cavalletto posteriore e continuo nel mio lavoro. Ho finito, ora mi è rimasto da rimetterlo in fondo al garage per poter parcheggiare l'auto... ma che mi prende... una sensazione, uno sguardo e giro la chiave. Le luci si accendono prima la rossa e la verde, poi piano piano l'arancione della riserva come a volermi dire 'sono in riserva ma non da molto, puoi prendermi..'. Penso alla batteria, sarà scarica, ma no dai provaci... Lo porto fuori il garage, prendo il primo casco, un cesso di DGM aperto che avrà dieci anni, salgo in sella e premo quel pulsante rosso che tante volte ho premuto ma questa volta è diverso.. Il motorino ha un sussulto, gira, niente.. L'aria troppo tirata, la chiudo un pò, riprovo. Un rombo inaudito squarcia l'aria, il ragazzino che sta a un metro con il suo scooter aprilia che gli fa 80 (non truccato dice lui..), sgrana gli occhi. Il suono della frizione aperta mi esalta, do gas, ancora e ancora... Non sento più la voce del ragazzino che continua a parlare, chiedeva quanto fa ed io a spiegargli che sul dritto tutti sono campioni ma poi è sui passi del mio appennino che vale il manico e la mia moto non ha rivali. Altro che R1 GSX-R e CBR ho sempre odiato le sigle la mia moto si chiama Mostro punto e basta. Ora l'hanno capito e dopo dieci anni ecco la Bulldog, e prima c'è stata la Hornet, la Raptor, poveracci a copiare mi fate solo pena... Penso a come sono vestito, un paio di scarpe da ufficio, un pantalone in velluto, il belstaff che copre una camicia ed un maglione. Niente guanti niente tuta neanche il giacchetto in pelle e tantomeno gli stivali. Dall'incidente non ho mai mancato una volta, pensare alle protezioni la prima regola. Me ne frego, metto la prima, lascio andare lentamente le due dita che tirano la frizione ed esco dalla rampa. Fuori è già buio, penso al 'Night Riding' di quest'estate, tutta una notte intera in moto, era il 14 agosto ed il giorno dopo a dormire in spiaggia a Riccione con la tuta appesa sotto l'ombrellone. Con il jet senza occhiali, quelli gialli che di notte ti fanno veder meglio, l'aria ti fa lacrimare gli occhi ma i fottuti insetti sono già tutti schiattati dal freddo. Seconda, terza, quarta, esco dalla città, le luci si diradano, rimane solo il fanale ad illuminare la strada. Provo emozioni indescrivibili, le vibrazioni, la potenza, la velocità, il rombo di tuono che lascio dietro di me. Fendere il buio della notte come una lama. Ed è già ora di rientrare. Sto girando la chiave per chiudere il garage e quel pensiero che ha cominciato a girarmi in testa mentre andavo è ancora li. Prendo l'ascensore, ceno, esco a bere una birra con un amico e ora sono qui, davanti a questo schermo e questa tastiera, e continuo a pensare la stessa cosa... IO SONO VIVO!
By MostroBestia
La forza del motore ha qualcosa di magico, riesce a penetrare la pelle, attraversare i muscoli, raggiungere le ossa per lasciarmi qualcosa dentro anche dopo qualche minuto che mi sono fermato e l'ho spento. Non so cosa sia ma la sensazione è unica ed ogni volta si ripete con la stessa qualità ed intensità. E' meglio di una droga, la droga ogni volta diminuisce il suo effetto e devi aumentare le dosi, ti rincoglionisce ed alla fine ti distrugge. Quando scendo dalla mia moto invece sono più forte, più vero, più vivo. Ecco perché la mia moto non è un semplice pezzo di ferro, c'è di più dentro quel motore, c'è una forza che si genera e si diffonde tutto intorno. Quante volte mi sono chiesto vedendo girarsi qualcuno al passaggio del mio mostro, saranno gli scarichi oppure quel rumore di meccanica così inconfondibilmente italiano. Ora da qualche tempo invece ho un pensiero più profondo, è la forza del motore che viene percepita, la stessa sensazione che provo io viene anche intuita per un breve momento da chi sa ascoltare il parlare di un motore. E allora ecco perché girarsi, per cercare la fonte di questa energia vitale.
Mentre vado sento crescere il calore del metallo, spesso avvicino una mano per assorbire questo calore e così la sua energia. Un giorno, fermo ad un distributore, non ho resistito ed ho appoggiato la mano sullo scarico incandescente per pochi secondi. Il guanto in pelle nera ha cominciato a ritirarsi ed ha protetto la mano dall'ustione ed ancora porta i segni di quell'incontro. Quando dopo un bel viaggio spengo il motore, mi piego ed appoggio un ginocchio a terra, avvicino lo sguardo al metallo bollente e sento il calore penetrare la mia faccia. E' come se i miei occhi riuscissero a vedere la sua anima forte e pura. Dai coperchi delle valvole seguo ogni aletta di raffreddamento per arrivare ai collettori di scarico, scendo verso il basamento e lo attraverso con l'immaginazione per vedere al suo interno. L'olio ancora scende, goccia dopo goccia e va riposarsi nella coppa mentre le bielle semi immerse in questo fluido caldo sembrano chiedermi il perché di questa improvvisa quiete. Non lo so ma non credo di essere l'unico a provare tutto questo, ogni volta, ogni volta e ancora e ancora, sempre. Anche le cose hanno un'anima, perché continuare a negarlo? Entro in un concessionario e mi sento chiamare dalle moto usate, mi trovo a girare tra di loro senza un perché, ognuna con la sua storia di strada fatta di migliaia di chilometri da raccontare. E quando insieme agli altri ci incontriamo per qualche raduno è una festa di metallo vivo a cui difficilmente so resistere, abbandono ogni problema, e sento di stare vivendo i più bei momenti della mia vita.
Già; il lunedì è una giornata infame, in più devo lasciare il mostro in garage.
La mattina scendo e la vedo, mi guarda con il suo unico grande occhio da sotto la coperta, lo so mia bella anch'io vorrei correre con te in giro x il mondo, sentire la tua voce attraverso i Leovinci, ma per lavorare ho bisogno della macchina.
Quando accendo i fari dell'auto e la illumino mi sembra di scorgere una lacrima sul faro; guardo meglio, è un moscerino spiattellato nella mitica cavalcata di ieri (ho ancora nei timpani il rombo del motore lanciato e lo scorrere del vento sul casco). O, forse, è veramente una lacrima della mia Lilù, che piange pensando al suo padrone inscatolato e bloccato nel traffico.
Non ti preoccupare belle mia, non ti tradirò mai.
L'importante è macinare l'asfalto...senza esserne macinati.
By Wolf79
Beh... di cos'e' ke non fareste proprio a meno nella vita???
Sono un buongustaio e sopra la tavola non deve mai e poi mai mancare la pastasciutta e il bottiglione di rosso. Tipico italiano... mangerei la pizza mattina pomeriggio e sera, con una bella birra rossa doppio malto... Lavorare, sì, e' anke giusto, ma non troppo... bisogna anke godersi sta vita o NO??? TROMBARE!!! Ahhh!!! la mia ginnastica preferita. Non sono un pignolo, a me le donne piacciono tutte o quasi; basta che abbiano le tette grosse! Diciamo ke sono di bocca buona...
Beh, ce ne sarebbero di cose da dire, ma ci tengo a precisare che senza il mio piccolo MONSTER che mi accompagna dappertutto non saprei come fare...
Ti voglio bene MONSTER 600 carburatori.
Grazie di esistere...
PS: ho un grande buco dentro... ma la mia ragazza, le cazzate con gli amici, qualke soddisfazione sul lavoro (MAI), e sopratutto il MIO MONSTER... qualke volta me lo riempiono.
By R. Freccia
La zona dove vivo è veramente molto bella, sembra di essere immersi nelle più dolci e gentili delle colline Toscane. Morbide, contigue, rassicuranti e proficue. Sono coperte da curatissimi vigneti che danno origine ad ottimi vini che tanto lustro danno a tutta la zona. Parlo delle colline che si adagiano all'intersecare delle province di Verona, Mantova e Brescia. Con lo splendido Lago di Garda nel mezzo. Qui incastonata, conosco una strada che sembra essere stata tracciata apposta per essere pennellata ed aggredita con il mio cavallo di ferro. Il millone. Per ogni moto che ho avuto, i primissimi chilometri li ho percorsi qui. E' come dire ... la mia pista test personale, il mio personalissimo termine di paragone. Non è lunghissima, ma è molto intensa e coinvolgente. Lo sguardo è appagato dalle colline, ognuna sovrastata dal suo paesino, con il suo rassicurante campanile. La strada è trafficata pochissimo, è bene asfaltata e soprattutto, ha delle curve mozzafiato. Soprattutto se pennellate con il millone. Una vera goduria. Potrei anche farla ad occhi chiusi. Quando sono triste o afflitto da pensieri pesanti, se posso, la percorro in macchina, e mi riappacifico con me stesso. E' veramente strano che una semplice strada faccia un'effetto di questo tipo. Domenica, la stavo percorrendo allegramente con il millone, quando mi ricordo che:
Sto percorrendo un curvone a destra con il millone piegato e solido, mano a mano che la curva finisce, apro il gas ed inizio la leggera salita, sento il millone che sta andando a mille, sembra un cavallo liberato dopo una settimana trascorsa nel chiuso del suo box in legno. Raddizzo ed inizio immediatamente la curva a sinistra già in salita. La curva è completamente cieca. Anzi si svolge sul dosso di un colle. Ma io la conosco bene, molto bene. Il millone si piega docile e sicuro, sento che sta facendo di tutto per contrastare la forza centrifuga, la stessa forza che potrebbe farmi partire per la tangente come un fulmine. E' una bellissima piega, piena, rotonda, una piega seria. Appagante. Da spalla. Mi sa che il bibendum sulla spalla della mia gomma posteriore, il pupazzetto gioioso con la manina alzata sul bordo della gomma, mi sa che questa volta ci ha lasciato almeno la manina. Sembra quasi una sfida il bibendum, sembra dirti con la manina alzata: vediamo se riesci a grattare la gomma fino a qui. Questa volta ho raccolto la sua sfida. Il millone è compresso, è teso, ma aderisce ad ogni piega dell'asfalto. Non vedo nulla, se non una porzione sbieca d'asfalto e ... cielo. So che arriverà il rettilineo, ma sono concentratissimo in piega. Comincio ad aprire leggermente, quasi a sfidare il bibendum. All'orizzonte comincia a profilarsi qualcosa. Apro ancora, io e il millone non molliamo. Bibendum ... peggio per te.
L'orizzonte comincia a definirsi in maniera chiara, sono piegato sul dosso del colle. In fondo vedo un corto rettilineo ed una curva a destra. Ora sono sicuro, doso leggermente il gas ed intanto comincio la discesa in piega. Sono al limite. E' fantastico ... ora capisco perché mi sono ricomprato la moto.
La curva inizia dolcemente a raddrizzarsi, ed io la assecondo aprendo il gas, anche il millone vuole scatenarsi, lo sento, apro ancora, ed insieme ci buttiamo in discesa, aggrediamo letteralmente quel mozzicone di rettilineo. La ruota anteriore sembra solamente sfiorare la strada. Il dolce sole di Marzo, rischiara il nastro d'asfalto con la sua luce limpida ma ancora invernale. Il millone si scatena, sta urlando tutta la sua rabbia. Non posso far altro che aggrapparmi per non perderlo. Mi aggrappo forte e stringo le chiappe per opporre un po' di resistenza. Potrei sprofondare nella sella.
Tiro tutta la terza e la quarta. E' una goduria estrema. Il motore sta cantando una desmosinfonia. Abbiamo già raggiunto la curva, allargo leggermente la traiettoria, e comincio a staccare vigorosamente. Il millone è imbrigliato, vede soffocata tutta la sua forza, si contorce, il retrotreno sembra voler passare davanti. Ma non può neanche muoversi, l'asfalto vissuto da tanti inverni ed estati è troppo abrasivo. Bibendum peggio per te. Il millone si accuccia sotto la forza della mi pinzata, è diventato un tigrotto affettuoso sotto il dominio Brembo. Ora comanda Brembo. Inizio la piega in maniera decisa, mollando la forza sui freni, oramai il millonè ha capito chi comanda e mi asseconda come un vecchio amico. Progressivamente la piastra di sterzo riesce a rialzarsi, insieme ci buttiamo in piega per sfidare l'altro irriverente bibendum sulla spalla destra... Ragazzi, è tutto il giorno che questa frazione di film mi passa davanti agli occhi.
Non vedo l'ora che arrivi il prossimo sabato.
By Recidivo
...l'aria di primavera e la cosa piu' bella che un motociclista aspetta, il sole, il primo tepore che non ti fa piu' battere i denti dopo il lungo inverno. Per me in particolare quest'inverno e' stato molto triste, poiche' il riposo era iniziato in maniera forzata a seguito di una banale scivolata con il mio mostro. Circa una settimana fa, finalmente decisi di portare il mio mostro in officina per capire quale fosse quel danno che mi ha asincronizzato il cambio e per cui non riuscivo piu' a inserire la prima e la seconda. Il mio mecca di fiducia aveva pronosticato per me circa due settimane di attesa, ma fortunatamente dopo solo una settimana ricevo una telefonata...guardo sul display del mio telefonino e c'e' scritto MOTORACING, si e' proprio lui, il mio mecca. Pochi istanti prima di rispondere mi prese un brivido... e se c'e' qualcosa di grave? Ma appena risposto, dal tono di voce di Antonello(cosi' si chiama il mio mecca), capisco che il mio mostro sta bene, infatti egli mi dice... vieni che la moto e' pronta!! Niente di grave, me la cavo con 250 "euri" sigh! sigh! ma non importa, era una stupida molla fuori posto pero' di conseguenza e' stato sostituito l'olio, il filtro e poi, lavorare sul cambio richiede una certa delicatezza. Cmq, guardo l'ora, le 12.30, troppo tardi a quest'ora l'officina e' chiusa, bisogna aspettare il pomeriggio. Corro a casa, mangio quel poco che riesco a mangiare mentre penso gia' al giro che faro' oggi pomeriggio, cerco di fare una pinnichella nella speranza di far passare il tempo, ma non capisco, gli occhi sono sbarrati guardano nel vuoto fino a quando non noto il mio casco...messo li sul mobile, lo guardo e vedo che e' un po sporco, qualche moscerino di troppo sulla visiera e un po' di polvere, meglio pulirlo. Che ore sono? Le 14.30! WOW E' ora di andare, anche se l'officina dista 300 metri da casa mia, non voglio arrivare tardi, quindi mi vesto, casco, giubbotto, guanti, paraschiena e sono pronto, prendo le chiavi di casa, poi... oddio... non le trovo... le chiavi del mio mostro... non le trovo...merda dove sono finite...mamma hai visto le mie chiavi del mio mostro? Poi arriva mio padre e mi ricorda che forse le chiavi sono insieme alla moto in officina! E' vero, che stupido! Facendo finta di niente prendo e scendo le scale di corsa...ma c'e qualcosa di strano..come una sensazione... non so', non riesco a camminare bene, quasi inciampo....ok torno su, poso le ciabatte e mi metto le scarpe, forse e' meglio e si riparte. Camminando lesto lesto, alle 14.40 sono finalmente arrivato davanti all'officina e lei e' li' ad aspettarmi, bella, lucente pronta a partire, sembra quasi scodinzolare in mia attesa, ma aime qui c'e scritto...ORARIO DI APERTURA 15.30... vabbe' andiamo a prenderci un caffe' al bar di fronte , menomale che non fumo altrimenti mi sarei intossicato con 18 sigarette di fila. All'improvviso vedo un uomo avvicinarsi a quel cancello, scruta un po' dentro poi non so ma apre il cancello, guardo meglio... ma si... e lui...Antonello, sono le 15.00, arriva sempre un po' prima il mio mecca, io lo sapevo! Lui subito mi spiega cosa ha fatto, cosa ha trovato, quasi quasi spiegandomi passo passo tutte le operazioni, mentre io avevo gia' l'assegno in mano e quasi insistentemente gli chiedevo...dove sono le chiavi? Quando mi ha consegnato finalmente le chiavi ho avuto quasi una crisi epilettica, avevo la salivazione molto accentuata, ma ormai ero li', seduto sul mio mostro e non restava che accenderlo. Poco prima di inserire la chiave restai un'attimo a guardare la sua strumentazione e vederla cosi spenta, ferma immobile mi faceva pensare all'inverno, ai lunghi mesi passati in garage al freddo... ma ora basta, e' giunta l'ora, infilo la chiave, la giro e il quadro si anima nelle sue spie, ma mancano ancora un paio di cose....premo il pulsante START ed ecco che il pompone si sveglia, rombante piu' che mai e la lancetta dei giri che parte soffermandosi poco sotto i mille, leggermente tremolante sembra quasi che lei da sola voglia salire su per quella scala che piu' alta va, piu' a noi Ducatisti ci fa battere il cuore... quindi ingrano la prima e vai su bella, accompagnata dal rombo ti segue anche la lancetta del tachimetro che piano piano sale... e scaldando km dopo km il motore, anche il mio cuore si scalda e via si va per le strade della liberta'... io e te... MIO MONSTER.