Che soddisfazioni può dare un Monster (Domenica 27 luglio, Val Trebbia, h 16.30)
Fà caldo. Molto caldo. La giacca di pelle è un forno. Le mani nei guanti sono sudate, e "la mutanda" (chi mi conosce sa che non intendo i boxer) è zuppa di sudore. Però non mi interessa perchè in questo momento c'è solo lei. L'R6 che ho appena fatto passare. Mi dava fastidio questo ARROW ululante dietro alle orecchie e adesso eccomi quì. Ce l'ho davanti dopo avergli fatto il classico gesto:
"ok passa"... Sono lì che lo seguo e spero di non fare con il Valentino nazionale che ha sbagliato a valutare poche ore prima. Non sono in pista, non posso permettermi errori di valutazione. L' R6 è alla frutta, o forse lui non è un manico. Tra Rovegno e Bobbio i semimanubri e 120 cavalli a 13 mila giri sono inutili... La mia Bimba con il suo manubrione è l'ideale. Una curva, la stringe troppo ed esce piano; mi affianco ma non passo... Altra curva, entra bene ma non apre; due di seguito, cambio rapido e non forza sui "semi". Eccolo che rientra stretto, è già alla corda ma nel posto sbagliato, la curva è ancora lunga, deve allargare... Io sono entrato giusto, arrivo alla corda e poi straccio il gas sicuro del fatto che 60 cavalli non metteranno MAI in crisi un Diablo in temperatura. E infatti ecco che vengono scaricati a terra tutti, uno dietro l'altro, senza problemi sparano il mio monsterino a fianco prima, e davanti poi a quell'R6 ululante. Seconda...terza....ancora seconda....altra curva. Faccio scintille... il cavalletto ormai ha perso la faccia, il cambio ,scoprirò dopo, è stato sfigurato, ma... l' ERRE SEI... è stata battuta... Che soddisfazioni può dare un Monster. Davanti ora un'S4... ma questa è un'altra storia.
By Il Nipote
Solo? Forse no... (Milano, 8 agosto, h 18.35)
Sono “single”, lo ammetto... e la cosa, sarò sincero, mi dà fastidio. Però sono sicuro, soprattutto in questo periodo, che è colpa mia. Ho un caratteri di merda e mai come in questi tempi, mi merito di essere solo. Però è un peccato. La città e tutta mia… deserta… libera dal solito caos. Ci sono tanti posti dove si potrebbe trascorrere il tempo a parlare liberamente e far due risate con una persona alla quale si vuol bene. Purtroppo, sono single. Perciò eccomi qui, a casa, accaldato come non mai e sudato come una bestia. Tutto è fermo. Tutto tace. Poi... un rumore. Mi giro di scatto, come a cercare qualche cosa. Niente. Mah… sarà il caldo. Poi eccolo di nuovo... però stavolta sono sicuro di averlo sentito. Chiedo conferma al parente di turno. “Hai sentito"? L la risposta è negativa. Eppure io l’ ho “sentito”. Mi giro e mi rigiro fino a che le vedo. Eccole. Le “chiavi”. Buttate lì, in quel casino generale che rende unica la mia “postazione” casalinga. E poi il rumore… ho capito. Passa meno di un’attimo e sono in sella. Casco, guanti e giacca di pelle. Sembro un pilota pronto per un gara di endurance e invece sto solo partendo per un giretto. Ma non il solito giro per “far due curve”. No. Oggi no. Oggi voglio godermi questa pace e libertà. La città vuota ad alcuni mette tristezza… ad altri piace... a me rilassa. Eccomi qui, a girare per le vie del centro, dove normalmente c’è coda, giro in terza. Vado piano e mi fermo ai semafori. Semafori che quando torni dal lavoro sembrano “eterni”, ma che, senza lo “stress”, diventano brevi. Troppo brevi. Non mi basta il tempo del rosso per ammirare la bellezza di Milano. Perché in fondo, diciamolo: Milano è bella. Non mi basta per poter guardare le gambe abbronzate della scooterista che si è appena affiancata. Non mi basta per capire se l’altro “centauro” appartiene al nostro club di eletti. Ormai il tempo è finito. Il rosso è finito. Eccola lì. La luce verde… Prima. Parto. Poi il pensiero. Lo faccio...? Ma sì; al diavolo... lo faccio… pizzico la frizione e l’anteriore “decolla”. Sorrido sotto al casco. Insomma avrete capito. Sono single, sono a Milano quando tutti sono al mare, ma sono qui con il mio Mostro E questo mi basta, per essere felice.
By Il Nipote
Mi piace credere all'evoluzione della CAVALLERIA .Con questo voglio dire che quando monto sul Monster mi immedesimo in un cavaliere d'altri tempi, versione EVO MODERNO, che percorre i posti più diversi e bizzarri in cerca di un NONSòChé, che GRATIFICA mente e corpo. A partire dalla personalizzazione del "cavallo" per finire ai colori & design dell'"Armatura" vivo questa "STRANA ESPERIENZA" a contatto con miei simili, che vedo solamente durante il"galoppo" e che conosco durante le sieste. Perchè, quando sei in sella, sei solo e la mente si prende una pausa di riflessione che da sfogo alle discussioni che avrai coi compagni d'avventura e con quelli di vita. CONCLUDO perciò che la moto non è solo un divertimento e uno svago, ma fa parte del complesso essere che è l'uomo.
By Matto!
Pioggia. (durante la 4° tappe del Centopassi Ducati, la più dura)
Piove. Come se fosse una cosa nuova oggi. Ormai sono più di undici ore che sono sotto l’acqua. E’ la prima volta in vita mia che prendo tanta acqua, e la cosa mi lascia “perplesso”. Sapevo benissimo a cosa andavo incontro stamane, quando sono partito da Bolzano alle 10 e “diciotto” come indicato dal RoadBook. Avevo già addosso l’antipioggia ma, come ogni buon motociclista, speravo mi andasse bene. Mi sbagliavo. Mio Dio è incredibile come il corpo si abitui alle cose in fretta, poco fa ho parlato con l’autista del furgone, una tale che si fa chiamare “Nytro”, dice che di mostri se ne intende, io gli credo però, oggi lui è sul furgone. Ormai è sera, buio pesto, in montagna dopo le sette il sole non si vede più perciò, inutile cercarlo alle 21 passate. E così che, mentre parlo con questo “Nytro” mi accorgo che i tergi del suo furgone sono accesi. “Ma piove?” esclamo stupito. “Non ha mai smesso” ricevo come risposta. Già è vero, solo che questo rumore sul casco ormai è diventato familiare. Mi avvio verso il mio Mostro. Oggi anche la mia Bimba è stata messa a dura prova e non è ancora finita. Parte senza darmi problemi. La mia “fedelissima” non si lamenta. Ci avviamo verso un punto imprecisato. I piani prefissati sono “saltati” andiamo a naso. In questo tratto di strada che ci separa dal nostro prossimo punto d’unione ho il tempo di riflettere sulla giornata e di fare un “controllo” sulla mia situazione fisica. Sono stanco, non mangio ormai da ore, troppe, considerando che ho percorso più di 300 km di montagna, sotto l’acqua... Già, l’acqua; la stessa che mi stà congelando le mani, ormai la sensibilità delle dita è ridotta al minimo. Fatico a tirare la frizione e non sento più i “mignolini”. Le gambe le sento doloranti così come i polsi che ormai chiedono pietà.
Devo essere sincero, comincio a mollare. Ma ecco che interviene lei. Dal suo piccolo cruscottino digitale la mia Bimba, che fino ad ora aveva segnato “LO” come temperatura olio, mi dice 50°. Erano ore che non vedevo quel numero. Sembra voglia dirmi: “dai su, ce l’ho fatta io, ora stà a tè”. Beh posso dirvi che dopo la giornata che ho passato, quel segno mi ha dato conforto, ho stretto i denti ed ho tirato avanti. Piove ancora, ho ancora fame e sono dolorante ma, so che lei è con mè e non posso deluderla. La giornata finirà circa un’ora dopo quel tratto di strada. Ho ancora davanti agli occhi quel numero e, credetemi, ricorderò la scena per molto tempo. Devo un altro grazie alla mia Bimba.
By Il Nipote
Quello che sto per scrivervi non è il resoconto di un giro in moto che ho fatto, però non è nemmeno un racconto di fantasia.... è semplicemente una serie di spezzoni realmente vissuti in varie uscite e che mi sono rimasti impressi nella memoria. Ho deciso di "incollarli" per creare una sorta di "giro ideale"..... "Io e il mio Mostro" E' una splendida domenica mattina di primavera inoltrata, il sole è ormai alto nel bel mezzo di un cielo limpido. Già vestito di tutto punto mi chiudo alle spalle la porta di casa e, casco e guanti alla mano, scendo le scale alla volta del garage. Il garage di casa mia affaccia direttamente sulla piazza del paese che è invasa da un gruppetto di bambini che giocano a pallone. Sorrido nel sentire le grida di quelle vocine squillanti... Poi di colpo eccolo! Fermo immobile guarda solamente me... mi aspetta! Mi fermo un attimo ad ammirarlo, possente, aria fiera di chi non teme confronti, impaziente di partire... è Lui... il mio Mostro!! Mi avvicino con calma, lo affianco ed infilo la chiave nel blocchetto. Sempre con calma sposto la levetta dello starter, giro la chiave e controllo che la marcia sia in folle preparandomi mentalmente a quello che succederà di lì a poco. Le lancette del tachimetro e del contagiri effetuano il loro consueto giretto iniziale e si riportano sullo zero, è il momento!! Spingo il tasto dell'accensione e..... VRROOOMMM..... vengo invaso dal rombo desmodromico reso incredibilmente più cattivo dagli scarichi in carbonio!! Il canto del motore invade la piazza, i bambini che prima giocavano urlanti sono ammutoliti e osservano con facce incredule lo spettacolo. Anche l'attenzione delle persone sedute ai tavolini del bar a fianco è rapita!! Alcuni guardano con ammirazione, altri se potessero mi fulminerebbero.... ho turbato la loro quiete!! Non ha importanza il perchè... fatto sta che ora il vero protagonista è Lui, il mio Mostro!! E' ora di partire, ingrano la marcia e mi lascio alle spalle una piazza che ritrova così la sua normalità. La strada è piana e ad una andatura lenta mi dirigo verso la montagna. Nello specchietto vedo due macchie colorate, due scooter.... Mi sorpassano ad una velocità folle, "ma dove correranno mai?" mi chiedo sotto al casco. Il Mostro chiede vendetta, non accetta questo affronto.... "Calmo... non è ancora il momento!!" Inizia la salita che porta al paese di Tolè, mi aspetta un dislivello di circa 500mt in 8Km, non male.... Un'occhiata alla temperatura dell'olio, 85° perfetta, si entra in scena! Il motore sale di giri, non aspettava altro!! In questo tratto di strada l'asfalto è ottimo e le curve si susseguono a ritmo incalzante.... un paradiso!! Giunto a Tolè lascio la strada principale e mi dirigo verso Zocca (esatto, il paese di Vasco Rossi...) su una strada secondaria che i motociclisti della domenica non conoscono.... Lambisco il paese senza entrare in centro e mi dirigo verso Gaggio Montano, chi conosce il tragitto sà quanto può essere divertente affrontato in sella al Mostro... Incrocio altri motociclisti che saluto tutti con le dita a "elle"... alcuni ricambiano, altri no... pazienza. In lontananza avvisto un Monster, faccio il saluto, quando ci incrociamo ricambia con le dita a "v", peccato!!
Mi concentro sulla strada e apro un pò di più il gas, la mia bestiola non fa una piega, esegue come se non stesse aspettando altro!! Due figure in lontananza... ma guarda chi si rivede?? I due scooteristi che mi hanno "sverniciato", piccolo il mondo!! Mi accodo e rallento, voglio vedere se hanno ancora tutta quella fretta... Il Mostro scalpita, si ricorda ancora l'affronto!! Lo accontento... curva a sinistra, scalo una marcia e apro il gas... il rombo è assordante!! Li supero entrambi e vedo la loro immagine riflessa nello specchietto che diventa sempre più piccola... siamo di nuovo soli, io, il Mostro e la strada. Arrivo a Gaggio Montano e per la seconda volta mi butto in discesa, direzione fondovalle. Mi accorgo di una presenza rossa alle mie spalle.... un ragazzo con un 999 si accoda e poco dopo mi supera. Ora sono io a superarlo ma appena rientro dal sorpasso lui esce e mi supera di nuovo!! Andiamo avanti così per qualche kilometro, ma non è una gara! L'andatura non è eccessiva, sembra più un gioco tra due amici. Arriviamo sulla fondovalle, io metto la freccia a destra, lui a sinistra... peccato, era divertente!! Prima dell'incrocio lo saluto alzando il pollice, lui contraccambia e sparisce in una furiosa sgassata... se voleva mi avrebbe potuto lasciare alle spalle quando voleva, ma è stato bello così anche per lui!! Tratto piano e rettilineo, una noia mortale ravvivata solamente dall'incrocio di altri motociclisti con relativo saluto! In lontananza riconosco il fanale del secondo Monster della giornata... questo mi ricambia il saluto a "elle"!!!! Chissà chi è, dove abita, quale sarà il suo Nick? Questa è la grandezza del DMC!! Lascio questa specie di autostrada all'altezza di Ponte Samone e mi dirigo nuovamente verso Zocca su di una strada che potrebbe essere definita una mulattiera. La striscia di asfalto è stretta e le curve quasi a radicchio... alcune sono veramente bastarde, pur conoscendo benissimo il tragitto resto concentrato, non voglio sorprese. Arrivo a Zocca e decido di fermarmi a bere qualcosa all'Ari Bar (e chi conosce il posto può immaginarsi perchè proprio lì...). Mentre parcheggio riconosco i Mostri di due miei amici che escono dal bar e mi vengono a salutare. "Sapevamo che era un Monster, ti abbiamo sentito de un kilometro di distanza!!". Sorrido lusingato. Un aperitivo veloce e di nuovo in sella alla volta di casa, cavolo è quasi ora di pranzo...
Stavolta decido di passare per il centro del paese, giusto per vedere la faccia della gente al mio passaggio. C'è poco da dire... una Ducati fa sempre voltare lo sguardo al suo passaggio!! Mi piace questo lato del mio Mostro... C'è chi dice che il Monster è una moto per fighetti che vogliono attirare l'attenzione... beh, in parte può essere vero però penso che sia solo invidia!! Eccomi di nuovo entrare nel mio paesello. La piazza è esattamente come l'avevo lasciata... cavolo quanto corrono quei bambini, non si stancano mai!! Mi seguono con lo sguardo e quando entro nuovamente nel garage si avvicinano mantenendo però le distanze. Motore al minimo, marcia in folle chiave su "off"... di nuovo la pace! Alcuni bambini si sono avvicinati e osservano il Mostro. Mentre appoggio dolcemente la mia belva sul cavalletto sento un ragazzino che rivolgendosi ad un amichetto gli dice: "Sai che quella moto fa i 300??". Mi tolgo il casco, levo la chiave e con la mano ancora munita di guanto gli scompiglio i capelli... "Non va così veloce, fa poco di meno..." gli dico sorridendo. Il pranzo è pronto... ripenso mentalmente alla mia uscita solitaria e sono soddisfatto... mi sa tanto che domani andrò a lavorare in moto!!!
By Ninja75
Le Ducati hanno un'anima? Un dispositivo elettromeccanico può averne? Secondo me si. Perché nascono da un'ispirazione che viene dal profondo dello spirito umano. Non come le giapponesi che sono frutto di una mente "computerizzata" e spinte dall'unico scopo di agguantare una fetta del mercato motociclistico (se chi le guida è soddisfatto poco importa). Non che le moto giapponesi, al pari delle tedesche, siano qualitativamente e prestazionalmente inferiori (anzi!). Ma ogni Ducati sembrava brillare di luce propria. In ogni caso quando salgo sul mio Monster 900 (che ci volete fare, sono un fighetto modaiolo a detta di qualcuno), so di salire su una moto nata dalla mente di un uomo. Un uomo che con componenti già esistenti (motore SS900, telaio 851/888) ha tirato fuori una stupenda cavalcatura. Una moto capace di farsi portare al trotto ma anche in grado di dare zampate quando la situazione lo richiede. Un destriero che mi rende fiero che la Ducati sia italiana e che venga ammirata in tutto il mondo. E anche denigrata, perché bene o male l'importante è che se ne parli. Ne hanno parlato malissimo in molti, a volte attribuendole colpe non sue, altre volte puntando l'attenzione su aspetti cari al possessore di moto e non al motociclista vero. Le nipponiche sono affidabilissime (da appurare in ogni caso) mentre le Ducati hanno continue rogne di varia natura. Le jap arrivano a 15.000 e rotti giri di rotazione mentre le moto di Borgo Panigale debbono sottostare alla loro architettura. Queste sono alcune delle accuse più comuni mosse ai "pomponi". Già i cari "pomponi". Come possiamo chiamare i quattro cilindri giapponesi? Trapanoni, frullatoroni? A voi la scelta. Ma a ritengo che sia tutta l'invidia di chi possiede un mezzo senz'anima. E quando accendo il bicilindrico desmo sento il suo spirito tornare alla luce.